Il mondo dei vampiri è da secoli al centro di una fervente curiosità. Amato da letterati – il nome di Bram Stoker dice tutto – registi e sì, anche da appassionati di giochi di ruolo – Vampiri, il gioco sviluppato dalla White Wolf, è uno dei riferimenti principali per chi ama il mondo nerd – è approfondito anche dalla scienza. Sono infatti diversi gli esperti che, nel corso dei secoli, si sono interrogati sui fondamenti dietro alla leggenda. Se vuoi sapere quali risposte, nel tempo, la scienza ha cercato di dare al mito dei vampiri, non ti resta che proseguire nella lettura di questo articolo.
Le poche conoscenze sui processi di decomposizione
Secondo Paul Barber, storico e accademico presso l’Università della California, una spiegazione del mito dei vampiri risiede nel fatto che, nei secoli passati, c’erano poche conoscenze in merito ai processi di decomposizione dei cadaveri. Le persone, vedendo sangue essudare dalla bocca di chi aveva perso la vita, erano convinte che il materiale ematico fosse stato bevuto. Un altro aspetto che, secondo Barber, ha contribuito al diffondersi del mito dei vampiri è legato al fatto che, in passato, non erano messe in atto le procedure attuali, scientificamente esatte, per accertare la morte di un individuo. Non erano quindi rari i casi di persone sepolte vive che si risvegliavano nella bara, restituendo, di fatto, ai presenti all’evento la convinzione errata che fossero tornate dall’aldilà.
Altre spiegazioni scientifiche
Si potrebbe andare avanti ancora molto a parlare delle spiegazioni scientifiche che, nel corso dei secoli, sono state date al mito dei vampiri. Entrando nel vivo di questo aspetto, è necessario ricordare anche il ruolo di diverse malattie i cui sintomi possono essere in parte ricondotti alle peculiarità del vampirismo. In questo novero è possibile citare senza dubbio la tubercolosi, ma anche la peste bubbonica, nota per la risalita del sangue dalla bocca. Quando si parla di legami tra il mondo dei vampiri e le malattie, un doveroso cenno va dedicato anche alle porfirie. Nel momento in cui le si chiama in causa, si inquadra un gruppo di patologie a carico del sangue, malattie che si contraddistinguono per l’incapacità, da parte dell’organismo umano, di produrre il cosiddeto gruppo eme. Di cosa si tratta? Di un complesso chimico fondamentale per l’emoglobina, in quanto suo costituente essenziale.
Esistono diverse forme di porfiria. Una delle più diffuse è la cosiddetta porfiria ereditaria. Nota anche come porfiria eritroproietica, vede la persona che ne soffre avere a che fare con uno stato di anemia, ma anche sopportare difficilmente l’esposizione alla luce del Sole. Il rischio, in caso di tempi troppo lunghi passati sotto la luce naturale, è quello di avere a che fare con lesioni a dir poco fastidiose a carico della cute.
Quando si parla della quotidianità dei soggetti affetti da porfiria ereditaria in passato, è impossibile non ricordare la frequente ingestione di sangue da parte loro, un’abitudine causata dall’effettiva impossibilità di accedere a trasfusioni ematiche.
L’origine del mito
Forse non tutti sanno che… il mito del vampiro ha origine dalle parole di un ufficiale medico. Siamo nel XVIII secolo, al confine tra il territorio dell’Austria e quello dell’Ungheria. Qui, in un villaggio noto come Kisilova, gli austriaci sentirono parlare di 9 persone morte a seguito, a loro dire, di un morso e della suzione di sangue da parte di un uomo morto da quasi tre mesi. A seguito della riesumazione del suo corpo – successivamente cremato – l’intendente austriaco Frombold, sorprendendosi per l’ottimo stato di conservazione della salma e per la presenza di sangue a livello della bocca, utilizzò per la prima volta in un rapporto medico la parola “vampiro”. Dopo questo avvenimento, il fenomeno del vampirismo venne addirittura considerato come condizione medica ufficialmente riconosciuta.